Era una visita quasi obbligatoria, anche se nessuno mi obbligava veramente.
Questi grossi fumetti parietali mi affascinavano. Mi preoccupava la strage degli innocenti, con i soldati dalle facce spietate e le spade metalliche e il bambino in primo piano a cui tagliavano la gola.
I colori espressionisti, i volti particolari delle donne, quasi sempre bionde, non certo una caratteristica delle donne marchigiane.
Ma la grandezza del pittore la vedevo nella fascia inferiore, quella con le storie di San Nicola che stavano ad altezza occhi di bambino.
Storie di San Nicola
San Nicola era un santo tranquillizzante, nonostante la tonaca nera da agostiniano.
Tutte le volte che soggiornavo in casa di mia nonna San Nico' imperversava in tutte le stanze. Mia nonna era la classica nonna di fine Ottocento con la religiosità popolare degna degli studi antropologici di De Martino.
Tutte le caratteristiche dei personaggi degli affreschi rimandavano ad un senso di tranquillità, tutti i particolari dalle mani affusolate ai volti sereni anche di fronte alla morte. Una morte che non è mai tale quanto piuttosto un transito, come l'anima innocente di San Nicola nelle mani del Cristo circondato da una folla di angeli musicanti e San Nicola da Bari (o Sant'Agostino) che controlla in secondo piano il transito del suo figlio spirituale.
Ma più salivi con lo sguardo e più la bellezza dei volti, i colori delle scene, ti tiravano verso un paradiso di angeli e apostoli fino all'angelo dell'Annunciazione che con le sue ali a piuma di pavone mi affascinava in maniera particolare, ma non soltanto me, che non avevo mai visto un angelo con ali simili, quasi una firma del pittore.
Un angelo mai più visto in vita mia con questa particolare iconografia. Infatti non c'era niente che potevi dare per scontato in questo ciclo d'affreschi.
Anche l'iconografia di certe scene avevano una pregnanza e un'originalità data dalla semplicità delle scenografie, talvolta d'impronta pregiottesca.
Si veda l'Entrata di Cristo a Gerusalemme con la città appena accennata, lontana da tutti i contemporanei.
Nonostante il tono primitivo delle scene, l'insieme è moderno, soprattutto la cura dei volti, la tridimensionalità dei corpi e dei panneggi paiono quasi distaccati dalla scenografia.
Se lo sfondo è solo accennato come nella Presentazione al Tempio, al contrario dello stesso soggetto del contemporaneo e teatrale Taddeo Gaddi, i particolari sono riprodotti in maniera puntuale, quasi eccessiva.
Io ho sempre pensato che l'autore di questi affreschi fosse stato un bravo, ed eccentrico miniatore.
Il primo particolare che salta all'occhio, oltre le fasce divisorie, è la cura con la quale il pittore ha decorato le giare delle Nozze di Cana.
Una decorazione che non può non richiamare scene cavalleresche, ma anche il gryllo della seconda giara è iconograficamente un capolettera di un libro miniato.
Le decorazioni vegetali, tutto riporta ai codici. Anche i draghi e altri animali mitologici appaiono istoriati nella base del letto della Madonna annunciata. Ma quello che impressiona è la fascia decorata che divide le scene cristologiche dalla leggenda della vita di San Nicola. Su questo potete anche leggere un articolo dove si conferma il sospetto dell'origine miniatoria di questa fascia decorativa particolare. La cosa su cui non ci troviamo d'accordo è l'attribuzione del ciclo a Pietro da Rimini. |
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