domenica 8 settembre 2013

La Deposizione di Pontormo

Firenze, Chiesa di Santa Felicita
Devo ammettere che il mio amore per Jacopo Carucci ovvero il Pontormo è nato abbastanza tardi e in circostanze casuali.
Transitando dal Ponte Vecchio verso Palazzo Pitti avevo sempre notato la chiesetta di Santa Felicita ma non ci ero mai entrato.
E' una chiesa molto antica, costruita sul percorso della via Cassia. Sotto gli archi ci sono raccolti varie testimonianze della Florentia romana.
Ci ero arrivato quasi per caso, volevo vedere la grata che dal Corridoio vasariano, che s'affaccia all'interno della chiesa, da dove i granduchi medicei assistevano alla messa, senza essere visti, ma più che altro senza essere pugnalati.

Corridoio vasariano, interno di Santa Felicita
Ma entrando ho subito notato sulla destra un piccolo gioiello, un altare costruito dal Brunelleschi. Ma il vero gioiello, che non mi aspettavo (ero ancora molto giovane), si trovava dentro: un grosso dipinto di una deposizione.




Pontormo, Deposizione
Non sapevo il nome dell'autore, era una composizione bislacca, con un andamento serpentino e con dei colori freddi e sgargianti, sembrava i personaggi fossero entrati in una stanza multicolore, i chiaroscuri erano banditi o quasi e un viluppo di corpi si stringeva intorno alla figura centrale del Cristo deposto quasi fossero accalcati in una struttura a piramide. Non avevo mai visto niente di simile: era Pontormo al massimo del suo splendore!
Oddio che fosse il suo massimo splendore non era detto, visto che ormai non possiamo più vedere gli affreschi della Basilica di San Lorenzo, orribilmente cancellati da una bella censura che li ha letteralmente grattati via dalle pareti della chiesa, anche questa gioiello architettonico dell'inarrivabile architetto della cupola del Duomo.
Pontormo era stato l'iniziatore del cosiddetto primo Manierismo, in compagnia di Rosso Fiorentino (che non è un amaro e nemmeno un vino) e il delirante senese Domenico Beccafumi. 


Pontormo, Evangelista, Santa Felicita
Ma Pontormo spicca anche tra gli altri manieristi, parrebbe una specie di Anti-Michelangelo. Le figure scultoree della Cappella Sistina, riprese completamente nel secondo periodo manierista, la Grande Maniera, quella di Vasari, sono scomposte nella pittura di Pontormo, la staticità michelangiolesca è sostituita dalla vivacità, il movimento, i volti poco fiorentini di Jacopo. Volti germanici, Pontormo ammirava Durer e questo è molto visibile negli affreschi della Certosa del Galluzzo. Ma anche in quelli degli Evangelisti che adornano l'esterno della cappella di Santa Felicita.
Pontormo è un pittore senza mezze misure: o lo ami o lo odi.
Io sto fra i primi, soprattutto dopo aver visto altri suoi capolavori, ma nessuno di questi, a mio avviso, è in grado di superare la deposizione nascosta in questa chiesetta fiorentina.



sabato 7 settembre 2013

Piccola presentazione

Simone Martini, Annunciazione
Ciao a tutti, questo blog non ha pretese scientifiche, soltanto curiosità (mie) e chiacchiere sulla mia materia preferita: la storia dell'arte.
Per storia dell'arte intendo storia dell'arte.
Comunque ci sentiamo presto e volentieri.

Vi lascio in compagnia del grande Simone.